Castello di Rocca Imperiale - Invito e guida
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Siamo arrivati alla prima torre (fotografia) (torre di sud-est) 3. Al di là del profondo fossato, una veduta panoramica del Paese, della marina, dello Ionio fino a Taranto. Di questa torre voglio farvi notare solo che, al centro, il pavimento è costituito da un lastrone di cemento. Originariamente c’era uno sfiatatoio identico a quello che caratterizza la polveriera, la torre di nord-est (che troveremo più tardi): l’ha fatto chiudere mio nonno perché il parapetto era stato distrutto (mancava completamente) e "quel foro" era diventato molto pericoloso; dovrebbe essere riaperto (opportunamente protetto) per ridare ai sotterranei sottostanti l’aria, la luce e la primitiva suggestione.

Tornati sulla scalinata, troviamo un piccolo "svincolo": a sinistra, una gradinata in ciottoli porta al piazzale superiore (ci arriveremo da dietro); davanti, la piazza d’armi; a destra, una stanze nella quale entriamo. Ai miei tempi, nel pavimento c’era un foro di circa mezzo metro di diametro: sapevamo che comunicava con il sotterraneo che si apre sulla prima rampa di scale dopo il ponte levatoio (a destra salendo, subito dopo la guardiola); non interessava. Mi chiedevo, invece, perché in questa stanza c’è un muro divisorio, relativamente basso, fatto ad arco e un arco corrispondente si trova sul muro portante, dal lato interno. Pensavo ad una "volta", ma non ne vedevo e non ne vedo il significato. Adesso il foro del pavimento si è allargato; è venuto alla luce il sotterraneo già noto; è venuto alla luce l’accesso ad una scala sotterranea, che si dirige verso la piazza d’armi (cioè, in direzione opposta a quella del sotterraneo) e pare s’immerga nel grosso muro, che "rinforza" questo lato della piazza d’armi e che ai miei tempi era fuori terra di circa un metro

Queste strutture andrebbero studiate anche tenendo conto che potrebbero essere i "resti" della prima versione del castello: non a caso nel muro di fronte, poco lontano, c’è la "finestra ogivale in arenaria" di Federico (di cui parla mio padre, nel suo libro).

La piazza d’armi 4, come viene chiamato adesso il più grande piazzale interno del castello, ai miei tempi era "l’orto sotto la loggia", anzi, semplicemente: sutt a logg C’erano due grandi alberi di albicocco e un nespolo, dal lato monte; cinque o sei piante di fico e un piccolo riquadro di "orto" vicino ai merli, dal lato mare. Nell’angolo destro del piazzale vediamo la scala d’accesso al sotterraneo che porta nel fossato e nella prima torre (di sud-est). In superficie (oltre al "muro perso, di rinforzo" cui ho accennato mentre eravamo nella stanza accanto), proprio di fronte all’accesso al sotterraneo per il fossato, sotto 20-30 centimetri di terriccio c’era un’altra scala: portava in un sotterraneo che va verso la loggia e di cui si vedono le feritoie subito sopra il toro longitudinale nel muro interno del fossato. Questa scala è emersa scavando per lo scarico di un "gabinetto d’emergenza", quando (nel ‘37-’38, mi pare) nel piazzale e nel magazzino che si trova sotto la loggia fu allestita (imposta a mio nonno) una "colonia fascista, diurna" per i ragazzi del paese; non so se durante la costruzione del serbatoio dell’acquedotto sia stata distrutta. Ignoriamo deliberatamente (arrossendo di vergogna e di rabbia) il serbatoio dell’acquedotto: occupa gran parte del piazzale; sprofonda fino al piano del fossato.

A destra della volta che passa sotto la loggia c’è la seconda cisterna (anche in questa c’è sempre acqua). A lato mare, un pozzetto con due condotte di scarico porta il troppopieno: da una parte alla cisterna dell’ingresso e dall’altra al fossato. Dall’altro lato del sottopassaggio, un altro pozzetto raccoglie il troppopieno della cisterna centrale (la troveremo più tardi): versa il supero in questa cisterna ed ancora nel fossato.

Il lato sinistro del piazzale è costituito da tre stanze, che hanno il pavimento rialzato di circa mezzo metro rispetto al piano del piazzale.
 

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