Castello di Rocca Imperiale - Invito e guida
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Pianta del Castello
Pianta del Castello
  Architettura e committenze - 3/6 Indietro Avanti

Descrizione ed analisi
Tenendo presenti i criteri architettonici distintivi appena riassunti, riesaminiamo la tipologia delle strutture principali del nostro castello.

Cominciamo dalla torre cilindrica (loggia tunn), attribuita a Federico, osservandola dall’esterno. (fotografia) Si vedono chiaramente i merli della prima costruzione e degli spalti. Notiamo subito che la torre è stata sopra-elevata e che il coronamento è un buon metro più alto degli spalti, ben evidenti dal lato Nord-Ovest. Come ho già fatto notare, partendo dal portale di Federico si vede bene lo sviluppo della merlatura primitiva; quindi l’attribuzione di questa torre a Federico non mi pare si possa discutere. La sopra-elevazione, risultando anche più alta della torre a scarpa ed essendo in contrasto con tutte le "regole" aragonesi, credo si debba attribuire alla committenza angioina.

Le torri di N-O e di S-E hanno caratteristiche principali sostanzialmente identiche; possiamo rivisitarle senza tener conto delle "differenze", che abbiamo viste in occasione della prima visita. Notiamo (fotografia) subito che sono altissime, con base tronco-conica, con il coronamento parecchio più alto degli spalti laterali (cortine); ma notiamo ancora che alla base delle torri il piano di camminata è a livello del fossato; le volte, nei bracci laterali, sono tanto basse da consentire il passaggio solo carponi; le feritoie sono solo a un metro dal piano del fossato. Sotto il portale di Federico, a 3-4 metri dall’accesso attuale al fossato, a pochi metri dalla feritoia del braccio nord-ovest della polveriera, a qualche metro dal termine ovest del fossato, ci sono dei "fori" (di meno di un metro di apertura) che immettono nei sotterranei; l’attuale accesso al fossato (entrando dalla piazza d’armi) è un po' più alto del piano di camminata, non ha apertura ben delimitata; nella stanza della tortura, più precisamente di lato alla "fossa" che ne occupa la parte estrema del pavimento, un’apertura, simile a quella che si apre nel fossato, si affaccia sulla Scalella (cioè, sul burrone dietro il castello, lato S-E).

Il livello del pavimento alla base delle torri, la posizione notevolmente bassa delle feritoie e di queste aperture (a livello o addirittura sotto il livello del fossato attuale), dicono chiaramente che, all’epoca della costruzione delle torri, il piano del fossato doveva essere molto più basso. Credo, insomma, che al tempo della costruzione delle torri un fossato non esistesse; il burrone che circonda il castello dal lato S-E doveva cingerlo anche su gran parte del lato Est; c’era un fossato naturale come quello che si vede in molti castelli dell’epoca (vedi: Lucera); i "fori" che attualmente sono a livello di fossato erano "strombature", cioè nicchie con feritoie e caditoie dalle quali i difensori, protetti, combattevano gli assalitori esterni (una strombatura nel muro esterno del fossato all’altezza del Murorotto è stata utilizzata come "porta" fino a qualche anno fa). Se il fossato attuale non esisteva, le torri di N-E e di S-E erano ancora più alte di adesso: la tipologia architettonica che ne risulta è inequivocabilmente angioina.

Corona del Re. È un classico rivellino. Per collocarlo correttamente nell’analisi che stiamo facendo deve essere scorporato dal muro esterno del fossato, internamente, e dal muro del terrapieno che sovrasta il Murorotto, esternamente. La piccola torre che ne emerge ha base praticamente quadrata; i merli con le feritoie che si aprono ad Est sulla porta del Murorotto (accesso al castello ed al Paese), a Sud-Ovest sul terrapieno (che non c’era, all’origine); ha una scala che, inserita in un rettangolo di mura più basse delle cortine esterne, dopo pochi gradini "scompare". In realtà, un sotterraneo "sconosciuto" si trova nel fossato, tra la corona del Re e il muro interno del fossato ovest. Di questo sotterraneo nessuno conosceva l’esistenza: ne è venuta fuori la volta esterna a circa un metro di profondità, quando, per mettere a dimora alcune piantine di ulivi, mio nonno ha fatto scavare un solco longitudinale nel fossato, un po' a sinistra della strombatura-porta esterna del fossato (murata dopo la cessione del castello al Comune). A suo tempo ho cercato invano l’accesso dall’interno dei sotterranei. La volta del sotterraneo è poco inclinata verso l’esterno: pareva che andasse verso la corona del Re, a quella struttura rettangolare con gradini che ho ricordato poco fa. L’esistenza di questo sotterraneo (che con un semplice solco può essere ritrovato e studiato) è coerente con la funzione di "rivellino", attribuita alla corona del Re.

L’accesso dalla base della polveriera, o nelle immediate vicinanze, è sotto il piano attuale di camminata (vi ricordo che il fossato attuale è più alto del primitivo di 1-2 metri); non ricordo bene dove e come finisca la scala del rivellino (mi riprometto di verificarlo presto). La posizione dei merli e delle feritoie; la notevole altezza di tutte le pareti esterne, tranne quella sull’attuale fossato; la presenza della "scala persa" e del sotterraneo (o cunicolo coperto), che collega il castello con il rivellino, dimostrano che la corona del Re è stata costruita a protezione dell’accesso al Castello ed al Paese, nello stesso periodo in cui sono state costruite le torri di N-E e di S-E. La corona del Re è angioina.
 

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