Pianta del Castello
|
|
Architettura e committenze - 4/6
|
|
La torre a scarpa
( )
(questa definizione non ha il significato del termine tecnico; è chiamata così solo per tradizione)
è diversa dalle precedenti per l’impianto e gli spazi interni. La base, quasi
semi-ovalata, ricorda molto le torri a mandorla di Rocchetta San Antonio
e del castello di Vasto (somiglianza non casuale, visto che nel 1503 il castello
passò ad Antonio di Guevara, marchese di Vasto); c’è uno spigolo dal lato ovest,
lato di accesso al castello ed al paese; il sotterraneo, dopo pochi gradini,
immette: da un lato, in un locale di pochi metri quadrati con una finestra
aperta sul fossato; dall’altro lato, dopo un corridoio in piano di 3-4 metri,
scende fino alla base della torre. Alla base c’è un unico locale, buio, che si
apre all’esterno solo con una feritoia ad un paio di metri d’altezza sul
fossato. Questo sotterraneo è l’unico in tutto il castello che non comunica con
gli altri caminamenti ed ha un accesso obbligato, unico, dal piano di camminata
del terzo piazzale. Il primo locale di questo sotterraneo ha le caratteristiche
di una casamatta. Le "casematte" nelle torri si sono cominciate a
costruire solo dalla seconda metà del 1400; in Calabria, in particolare, non ne
sono documentate prima del 1489, anno in cui nel viaggio d’ispezione alle
fortificazioni della nostra regione Alfonso duca di Calabria si fermò anche a
Rocca. Questa torre credo si debba attribuire agli aragonesi.
Il muro esterno del fossato attuale e la
cittadella "corrispondono al sistema delle
basse strutture che senza fare ingombro ai paramenti del castello, ospitano le
bocche da fuoco per quel tiro radente che non era possibile mettere in azione
dai corridoi di ronda e tantomeno dalle altissime terrazze delle torri di
copertura"; hanno tipologia costruttiva che soddisfa esigenze
difensive-offensive sorte nella seconda metà del 1400. Le artiglierie aragonesi
furono le armi da fuoco pesanti più potenti e distruttive dell’epoca; le
bombarde venivano alloggiate o in casematte o tra due "merloni", nel qual caso,
spesso venivano coperte. Le "cittadelle" si cominciarono a costruire verso la
fine del ‘400. Il muro esterno del fossato e la cittadella sono aragonesi.
Le aggiunte dei duchi Crivelli (1700) sono rappresentate dagli
alloggi attuali sopraelevati, compresa la parte superiore (pavimento e
parapetto) della loggia. Da ricordare gli affreschi che abbiamo visto nel
piazzale superiore (tutte le finestre delle stanze e il portale tra i due
cortili). Nella loggia, vi faccio notare che molti mattoni del parapetto
hanno impressa una "zampa di coniglio": è il marchio di fabbrica della fornace
(qualcuno di questi mattoni si trova anche sui parapetti prima del ponte
levatoio).
|