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Essendo sparite le desinenze, non si può parlare di classi di
sostantivi, e tanto meno di declinazioni, le quali si sono unificate. Maggiore
resistenza presenta però la prima e qualche traccia rimane dei neutri in US –
ORIS della terza, che sono divenuti naturalmente maschili ed hanno coinvolto
nello stesso trattamento sostantivi di altre declinazioni e di altro genere:
HORTUS "ġurt’" (orto), "ġort’r" (orti); LOCUS "luk" (luogo), "lok’r’" (luoghi).
Flessione Si distingue il
genere e il numero dei sostantivi e degli aggettivi dall’articolo preposto e dal
mutamento della ‘tonica’ quando questa sia una "o" lunga o una "e" lunga
originaria: BŌS singolare "voj" (bue), plurale "vuj" (buoi);
- PIPIŌNE singolare "piččòn’" (piccione), plurale "piččùn’" (piccioni);
- ME(N)SE singolare "mes’" (mese), plurale "mis’" (mesi).
Reciprocamente: BONU, maschile "bun’" (buono), femminile "bon’" (buona).
Sicchè la regola generale è che:
- "ò" al singolare è sostituito dalla "u" al plurale
- "è" pure tonica, è sostituita da "i"
Negli aggettivi, "ò" tonica vale per il femminile, mentre "u" vale per il maschile.
Negli altri casi, sia il sotantivo che l’aggettivo possono considerarsi invariabili:
- singolare, "a man’" plurale, "i man’"
- maschile, "u malat’" , femminile "a malat’".
I comparativi: migliore, minore, peggiore fanno : "mèĝĝj" ; "mèn’" ; "pèğğ’". I numerali sono
indeclinabili, tranne il numerale ‘uno’, che al maschile fa "ġunu" e al
femminile fa "ġuna" e che in posizione proclitica si accorciano in: "nu" , "na". Due, ha "duj" e tre, quand’è solo, "trij"
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