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![]() Pianta del Castello |
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Oggi ci proponiamo di studiare il castello di Federico II. Preciso subito che non ho elementi nuovi che mi consentano una revisione critica della questione della esistenza, a Rocca, di una primitiva fortificazione normanna. Considerando che, se anche ci fosse stata, la fortificazione normanna sarebbe stata inglobata nella sveva tanto organicamente da non poterne essere più scorporata, possiamo attribuire tranquillamente il primo vero e proprio castello a Federico II. Ignorando gli ampliamenti angioini ed aragonesi, su una pianta attuale del castello e su un particolare di mappa del Paese, vediamo come si presentava, secondo me, la fortezza sveva.
L’accesso al castello (e al Paese)
( Per il castello non c’erano le curve della via attuale; la strada, costeggiando la collinetta in cui è stato scavato il serbatoio del vecchio acquedotto, saliva al terrapieno (di cui vi ho fatto notare gli archi attualmente murati). Seguiva un ponteggio in legno che si appoggiava al battiponte, pilastro in muratura che si ergeva nel fossato e che si riconosce ancora perfettamente (ci sono anche i buchi d’anta rotondi, caratteristici di Federico); dal battiponte al portale d’accesso, c’era il ponte levatoio. Il perimetro del castello di Federico emerge abbastanza chiaramente se, come ho già indicato nella prima visita, nella pianta del castello attuale eliminiamo le parti aggiunte dagli Angioini e dagli Aragonesi. Per "vedere" cosa ci fosse dentro le mura dobbiamo "rivisitare" alcune parti del castello attuale. Cominciamo col riesaminare dall’esterno i lati sud e sud-ovest delle mura di cinta. Partendo dal portale d’accesso, passiamo per la loggia tunn e arriviamo fin quasi alla torre a scarpa. I merli, le feritoie e il primo coronamento della torre sono strutture sicuramente sveve, indicano con precisione l’altezza degli spalti federiciani. Vediamo anche la "finestra dell’assedio del 1296". Notiamo che quest’apertura:
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