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![]() Pianta del Castello |
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Immaginiamo di essere appena entrati attraverso il portale d’eccesso. Abbiamo già notato gli stipiti dell’anteporta. Se saliamo sugli spalti, troviamo una "fessura" larga 25-30 centimetri, che percorre il muro frontale del portale per una profondità di circa un metro e mezzo: è l’alloggiamento della grata di ferro che scendeva tra ponte levatoio ed anteporta. Il tratto inferiore della fessura non è aperto, è stato murato quando è stato rifatto l’arco interno del portale (non so chi abbia commesso questo errore). La fessura andrebbe riaperta, perchè la saracinesca di ferro tra ponte levatoio ed anteporta era una caratteristica importante dei castelli di quel periodo. Stando sul portale d’eccesso, si scopre anche un notevole accorgimento tecnico: si vede come veniva calata e ritirata la saracinesca. Un muretto sul bordo interno dello spalto, presenta a circa un metro d’altezza un "vuoto" trasversale, arrotondato, apparentemente un po' più stretto dal lato-mare, che va esattamente al centro della sommità del portale: alloggiava la trave attorno alla quale si avvolgeva la catena (o la fune) che tirava su la saracinesca. Una trave andrebbe ricollocata e fissata in questo alloggiamento. Riprendiamo la visita dall’ingresso. Subito dopo il portale troviamo, una a destra ed una a sinistra, due guardiole. La seconda porta immette in un sotterraneo, che dopo circa 4 metri di percorso in piano, perpendicolare alla scalinata, si divide: di fronte, a sinistra, una gradinata porta all’attuale piano di camminata verso il muro perso che ho descritto sul lato sud del primo piazzale; a destra entra nella torre sud-est e si apre in una guardiola che controlla il fossato fino alla polveriera. Negli incontri precedenti vi ho fatto notare:
Ho fatto notare fin dall’inizio che, stando ai dati storici, il complesso svevo (come poi le aggiunte angioine ed aragonesi) aveva finalità esclusivamente difensive, non abitative, tanto meno di residenza imperiale. Anche se sappiamo che per i soldati della guarnigione stabile non occorrevano grandi alloggi (Federico aveva disposto che le guarnigioni stabili non superassero i 4 uomini armati, nelle torri; i 20 uomini armati, nelle altre opere fortificate (H. Horst: Federico II di Svevia. BUR. Milano 94. 90 e segg.) ), i locali interni dovevano avere dimensioni e strutture compatibili con l’imponenza delle mura difensive. Ma, come fossero distribuiti gli alloggi, i servizi e i cortili nel castello svevo non è possibile dedurre dai dati finora a disposizione.Vediamo se ci può aiutare lo studio delle strutture sotterranee. A parte quello della torre a scarpa (aragonese), gli altri
sotterranei attualmente accessibili sono tutti compresi negli ampliamenti
angioini; tutti tranne quello che dal primo piazzale (piazza d’armi)
scende nel fossato. Questo sotterraneo (ne ho parlato durante la prima visita,
senza sollevare questioni di attribuzione) ha l’accesso su suolo angioino, ma si
sviluppa in buona parte sotto il castello di Federico.
Rivisitiamolo.
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