Vocaboli caratteristici del dialetto rocchese (dalla A alla D)
Dialetto di Rocca Imperiale (CS)
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  Vocaboli caratteristici (F - L)

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F

  • "falèr’ - faĺèr’" (guasto: di uovo covato, ma marcito perchè non fecondato). In greco Φάλαρος significava ‘chiazzato di bianco’: così si presentano controluce le uova "faler’" . PHALERAE nel significato di ‘insidiose’ è usato da Terenzio 29
  • "ffell’" (fetta) è diminutivo latino di OFFA, OFFELLA 30 .
  • "forkj’" (tana; buca); in latino FORCULA è uno stretto passaggio a forma di V.
  • "forğ’" (fucina); francese ‘forge’ (officina).
  • "frappà" (stritolare; ammaccare); francese: frapper (battere; percuotere).
  • "frùšcul’ - frùšcuĺ" (animaletto). FERUSCULA diminutivo di FERA (fiera; animale selvatico).
  • "fullón’" (giaciglio della lepre). Dal greco φύλλον che, però, ha il significato di ‘foglia, fogliame’.
  • "fuscell’" (cesta di giunco per il formaggio fresco). Da FISCUS – FISCELLUS 31 : maschile in latino; è femminile a Rocca.

G

  • "ganĝ’" (dente molare). Potrebbe venire dal greco γανάθος (mascella; ganascia).
  • "ġapuĺ’ (si dice dell’uovo che non ha guscio calcareo), da άπαλός (morbido).
  • "garavìll’" (vasca con foro alla base, utilizzata per fare il bucato). Diminutivo di CARABUS – CARABELLUS, che era una specie di barchetta di vimini, intessuta e coperta di cuoio 32 ; una cesta, insomma, simile nello scheletro a quella usata per mettervi la biancheria e versarvi su la liscivia.
  • "gherr’m" (desolato, misero, abbandonato), usato in senso spregiativo. Da έρημος (ramingo).
  • "ĝĝhiastr’ (olivastro) dal latino OLEASTER (olivo selvatico).
  • "ĝĝhjf’" (zolla di terra). In greco γλύφος (incavo; canaletto). In latino GLEBA o GLEFA (zolla di terra).
  • "ghiomm’r’" (gomitolo). In latino GLOMUS – GLOMERIS (gomitolo).
  • "grast’" (vaso di terra cotta per i fiori). In greco γάστρα (ventre del vaso), vi è metatesi.
  • "gregn’" (manipoli di spighe), dal latino GREGO (riunisco).
  • "grullà" (scuotere), dal latino CROLLARE, col significato di scuotere per far cadere.
  • "guagnòn’" (ragazzo). Dal latino GALEONE (che ha ancora bisogno del latte), da γάλα – γάλακτος (latte).
  • "gualan’" (bifolco, pastore). Βάλανος significa ‘ghianda’; pertanto, si ritrova nel medesimo uso del latino CLAPONUS (cafone).
  • "gumm’l’" (orciolo da acqua), dal greco βομβύλη (boccia, vaso da vino).

J

  • "jakk’" (spacco; fenditura). In latino: HIĀTUS (crepaccio, fenditura). HIĀRE: ‘terra aestibus hiat’ (la terra per i forti calori si spacca).
  • "jacchèr’" (spacco grande), vedi "jakk’"
  • "jask’" (fiasca), dal greco άσκός (otre, sacco di pelle). Latino FLASCA.
  • "jitt’l’" (treccia). In greco χαίτη (treccia).
  • "jink’" (giovenco). Latino IUNIX (giovenca).
  • "jett’ màk’n o gnett’ màk’n" (nome di una fonte), significa ‘getto magro, poco abbondante’. L’italianizzazione in ‘gatto magro’ non risponde alle leggi fonetiche locali.
  • "juppòn’" (indumento femminile: camicetta). Francese: joupon (giubbetto).

L
  • "làgan’ - laganìll’" (tagliatelle; lasagne). Dal greco λάχανον (legume). Si diede probabilmente questo nome alle ‘fettuccine’ perché si usava cuocerle con ceci, fagioli o altri legumi.
  • "lajà" (sbadigliare). È metatesi del verbo latino HALEO (io sbadiglio).
  • "langèll’" (vaso fittile potatorio: brocca). Da LAGEN(U)LA, diminutivo latino di LAGENA.
  • "lùma" (gomma degli alberi). Latino GLUMA (la tunica dell’orzo, gonfia e arrotondata) 33.
  • "làgur’" (lauro), dal latino LAURUS (alloro).
  • "languriàt’" (sporco). Da "làgur’" . In origine veniva adoperato ironicamente per le persone laide, che bisognava considerare come laureate in ‘sporcizia’. È vocabolo relativamente recente.

 

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