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Dialetto di Rocca Imperiale (CS)
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  Fonetica

| Trascrizione fonetica | Vocalismo tonico | Vocali atone | Accidenti generali | Consonantismo |

Il dialetto rocchese appartiene al gruppo delle parlate della Basilicata meridionale, dalle quali si distacca in parte per rappresentare il prototipo dell'anfizona linguistica, comprendente i paesi marittimi sud-orientali dell'ex circondario di Castrovillari, tra Sibari e Nova Siri, in coincidenza con la delimitazione geografica dell'antico territorio lucano.

Attorno a quest'area, il vocalismo tonico di Castrovillari stesso è identico a quello siciliano 1 , i dialetti di Corigliano e Rossano rientrano nel dominio calabrese vero e proprio e, a levante, il rotacismo della "d" e della "l" della bassa vallata del Sinni, segna un importante divario, mentre costituisce nel contempo l'anello di congiungimento sui dialetti degli altri centri della provincia di Matera.

Caratteristiche principali, relative a suoni preistorici o storici locali, sono: la persistenza più o meno accentuata della "l" velaria 1 , integra a Rocca; l'aspirazione da un'acca originaria ("h") delle vocali isolate, iniziali di parola o in iato, (a, e, i, o, u, ga, ge, gi, go, gu ) e la "a" volgente in "e" apertissima a Canna, ma abbastanza resistente ovunque. Nel resto di dominio, se si eccettuino la "g" di Nocara e la "u" di Amendolara per "l" , il prolungamento delle toniche quasi doppio in ordine decrescente da Oriolo a Montegiordano, Roseto ed Amendolara e la comparsa di "u" davanti alla tonica in Trebisacce, l'unità glottologica dell'isola è assoluta e derivata dal mantenimento fino a tardi del sermo rusticus delle popolazioni provenienti dall'interno e perciò vissute in istato di isolamento.

Con l'unificazione dei casi latini nell'accusativo e la sparizione della "m" 2 andò a mano a mano affievolendosi la vocale residuata, che coinvolse nella caduta anche le postoniche atone, si che oggi ambedue sono indefinibili, tranne in alcuni casi di posizione sintattica, nei quali si vede l'influsso di vocali precedenti. Accanto a questo fenomeno, le consonanti finali dei verbi pare invece che ricevessero in tempi recenti una vocale, anch'essa ormai sparita, o forse usata sempre nello stadio intensivo attuale; di modo che, per una esatta lettura della nostra grafia, bisognerà leggere nel presente studio le consonanti come seguisse loro una vocale indefinibile, poiché tronche compaiono solo nelle geminazioni (consonanti raddoppiate).

Vedremo infine quali osservazioni storiche scaturiscano dalla nostra indagine. Ma intanto prima di iniziare l'esame del vocalismo, avvertiamo che useremo le maiuscole per le voci latine e i segni diaeritici (distintivi) strettamente necessari all'esatta pronunzia dialettale 3 .

 

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