Vocaboli caratteristici del dialetto rocchese (dalla A alla D)
Dialetto di Rocca Imperiale (CS)
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  Vocaboli caratteristici (R - Z)

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R

  • "Rivòt’" (nome proprio di luogo). Rivolta, meglio risvolta: dall’ansa del fiume Sinni, che attraversa la contrada.
  • "Rivùst’k’" (nome proprio di luogo). Commistione di RUBISTICUM (piante di rovo) e LIGUSTICUM (pianta di levistico).
  • "rizzùl’" (orciuolo). URCEOLUS in latino aveva lo stesso significato.
  • "rumml’" (oggetto rotondo, tondeggiante). Dal greco στρογγύλος (rotondo; arrotondato).
S
  • "salabίrn’" (nome proprio di un luogo di Rocca). L’etimologia di questo nome composto è incerta; ma noi, per ragioni diverse 49 , propendiamo per una soluzione che attribuisce epoca differente ai sostantivi componenti. Il primo di essi, σάλος (sommovimento, scuotimento), può ricollegarsi infatti con avvenimenti geologici rilevabili dalla stratigrafia; il secondo, AVERNUS (lago o palude), sarebbe stato aggiunto molto più tardi.
  • "salagròn’" (ramarro). Deve essere un recente accrescitivo del greco σαύρα (lucertola): saurarone.
  • "šcamá" (gridare), dal latino EXCLAMARE (esclamare; gridare).
  • "šcangá" (spaccare; strappare; stracciare). In latino EXCANGLARE 50 (EFFUNDERE): dividere; spargere.
  • "scann’" (sgabello), dal latino SCAMNUM con lo stesso significato.
  • "scannicà" (esporre i panni al sole). A Rocca si riferisce in particolare al ‘presentare il corredo della sposa’.
  • "scutulà" (scuotere; scrollare). In latino EXCUTULARE (scuotere).
  • "šcantà" (spaventarsi; scuotersi di soprassalto). Probabilmente dal latino EX (fuori) + CANTARE: pronunziare l’incantesimo; incantare (anche con significato di escludere 51 ).
  • "šcasciá" (scassare). Dal greco σχαξώ (fendere; spaccare).
  • "scaràzz’" (porcile; ovile), dal latino SCARA (campo dove pascolano i porci 52 ).
  • "šcard’" (scheggia). Probabilmente dall’antico normanno ‘ eskerde ‘ (scheggia; coccio).
  • "šcattá" (scoppiare; morire). In latino parlato EXCLAPPITARE (scoppiare); in greco σκάπτω: scavo (la fossa) in senso traslato.
  • "sciàt’" (disgrazia). "oj sciata mej’" (ohi me disgraziato !!). In tedesco ‘sciad’.
  • "sciagort’" (sciatto), dal greco άγύρτης o άγυρτής (ciarlatano; vagabondo).
  • "scif’" (truogolo), dal greco σχύφος (tazza; struttura concava a forma di vaso).
  • "scigà" (stracciare), dal greco σχίξω (io spacco; io fendo; io sdrucisco).
  • "scippá" (strappare; estirpare), dal latino EXCIPERE (trar fuori; estrarre).
  • "scurzòn’ o skirzòn’" (serpente): Racioppi fa derivare questo sostantivo dalle parole OSCORUM ZOONES, ossia ‘gli animali degli Osci’ 53 ; ma è chiaro che proviene invece da ek + χέρσον, che vuol dire ‘(nato) dalla terra’. Gli antichi erano appunto di ciò persuasi.
  • "sciullá" (far crollare): è l’italiano ‘scrollare’.
  • "šcon’" (asse da solaio), dal greco άξων (asse, tavole quadrilatere).
  • "scripintá" (pungere i foruncoli e le bolle della pelle), dall’antico francese ‘ecravanter’ (ecraser): schiacciare.
  • "scuitàt’" (persona che, in quel momento, sta senza darsi cura o pensiero), dallo spagnolo ‘escuidado’.
  • "sdirranat’ o sdirrenat’" (con le reni rotte; sderenato; sfiancato; stremato), dall’italiano ‘sdirenare’, con lo stesso significato.
  • "sibbènk’" (sebbene; sibben che).
  • "sirigghj(a)" (lucertola), dal greco σαύρα (lucertola) col suffisso diminutivo ύλλιον.
  • "spàr’" (involto di panno in forma di cerchio usato per portare pesi sul capo), dal greco σφαĩρα (palla; globo; sfera).
  • "spinn" (nostalgia), dall’inglese ‘spleen’ (malinconia nostalgica).
  • "stand’" (stipite), dallo spagnolo ‘estante’ (scansia; intelaiatura).
  • "starr’" (brocca per l’acqua da bere), da SESTARIUS, STARIUS (misura di terra cotta per liquidi, pari a litri 0.547 54 ).
  • "stizz’" (nota di biancheria e oggetti di corredo), dal greco στίξω (imprimere in caratteri; iscrivere).
  • "stujá" (pulire; usare la stuoia per pulire).
  • "stracquá" (stancare); longobardo ‘strak’.
  • "stracquaĺ’" (straccale; sottocoda di cuoio nei finimenti di cavalli ed asini), probabilmente dal greco στράγγω (stringo).
  • "stramàn’" (fuori mano). In latino EXTRA MANU, con lo stesso significato.
  • "strippà" (sventrare). In latino volgare TRIPPA significa: omento, membrana che avvolge gli intestini; da qui EX – TRIPPARE. In arabo, di origine persiana, si ha ‘tarb’, con lo stasso significato.
  • "strùmm’l’" (trottola), dal greco στρογγύλος (ben tornito; mosso in giro).
  • "stumm’" (ceppo), dal latino STUMPHA, base 55 . Il tedesco ha ‘stamm’ per tronco.
T
  • "tann’" (allora). Forse dal latino TUM, con lo stesso significato.
  • "tappina" (babbuccia; pantofola). Dallo spagnolo ‘chapin’ (scarpina; zoccolo).
  • "tat’" (padre). È sanscrito. Anche i latini avevano TATA, con lo stesso significato.
  • "tavut’" (bara). Dal greco τάφος (sepolcro).
  • "timb’" (roccia); "timpòn’" (collina). La ‘b’ secondaria del primo termine induce facilmente in errore; l’etimo corretto è: τέμπη (stretta dei monti).
  • "tirlicà" (non essere ben saldo; muoversi quasi impercettibilmente). Ha la stessa origine di "truzzà".
  • "traĝĝjà" (trasportare sull’aia il frumento mietuto). Latino volgare TRAGINARE (tirare, trascinare un veicolo carico), da una forma parallela di TRAHERE.
  • "trappìt’" (frantoio). Da TRAPETUM – TRAPETES (mole per frangere le ulive) 56 .
  • "trasì" (entrare), da TRA(N)SIRE, nel senso di passare la soglia.
  • "trattùr’" (strada di campagna), dal latino TRACTORIUM (tracciato).
  • "travaĝĝjà" (fare lavoro manuale, piuttosto pesante), dal francese 'travailler'.
  • "trik’" (piste), termine venatorio. Dal greco τρέχω (mi muovo celermente) e τρίχες (peli).
  • "trof’" (zolla), dal greco τροπέω (io rivolto) e τρύφος (pezzo; frammento; cosa staccata).
  • "truzzà" (urtare), dal greco τρυλίσσω (spezzare; sfracellarsi).
  • "tùm’" (formaggio fresco; mesocarpo degli agrumi, che vi rassomiglia). I greci chiamavano θύμα la cosa sacrificata che, di solito, per i pastori e i contadini era il latte coagulato.
  • "tupp’" (acconciatura del capo, con i capelli rialzati e arrotolati o annodati). Dal greco τύπος (forma, contorno).
V
  • "vad’" (cancello della mandria). Dal latino VADUM (luogo del fiume dove si può passare).
  • "vatalan’" (chiacchierone; parolaio smodato), dal greco βάταλος , nome di scherno dato a Demostene, di cui i filologi non conoscono il vero significato antico.
  • "vavalèč" (chiocciola). Probabilmente da BAVA LUCET (dal luccicare della traccia lasciata dalla chiocciola sul suo cammino). Altro possibile etimo è il greco βουβαλάχιον (piccolo bufalo), date le due antenne della chiocciola somiglianti a corna di bufalo.
  • "vett’" (bastone; frusta; pezzo di ramo), da VECTES 57 .
  • "višk" (visceri). Dai latini fu usato VISCUS – VISCERIS (interiora dell’animale) anche in senso diverso (la parte più riposta di una cosa).
  • "vìriga" ( lungo palo sottile), dal latino VIRGA (ramoscello verde; verga; bacchetta).
  • "vìrr’" (maiale non castrato). Latino VERREM (maiale adatto alla riproduzione).
  • "vìzinétt’" (piccola caldaia). Diminutivo del latino BACCINUM (vaso di legno). L’italiano ha ‘bacinetto’ e il francese antico ha ‘bacinet’ con il significato di ‘scodellino’.
  • "vùd’" (erba palustre; a Rocca usata per impagliare le sedie). Latino BUDA (pianta acquatica, che in italiano si chiama ‘biodo’).
  • "vùnija - vùìna" (sterco bovino). In latino BOVINA (letame costituito da sterco di bue).
  • "vurrakkj’" (rana). Dal greco βάτραχος (rana; rospo) + suffisso diminutivo dialettale ‘acchiu’.
Z
  • "zaccòn’" (grosso ceppo di legna da ardere). Etimologia incerta; potrebbe venire dal tedesco antico ‘schok’ (pezzo; troncone) + suffisso maggiorativo dialettale "on’ ".
  • "zik’" (piccolo). Nel secolo tredicesimo il termine ‘cica’ veniva usato per indicare ‘un nonnulla’; anche in spagnolo ‘chico’ significa ‘piccolo, carino’.
  • "ziĺòn’" (tartaruga). In greco χελώνη ha lo stesso significato.
  • "zímm’r’" (becco, maschio della capra). In greco χίμαρος è il caprone.
  • "zìnn’" (piccolo). In greco τυννός e in latino volgare PITZINNUS hanno lo stesso significato.
  • "zinùrr’" (cardo spinoso; carciofo selvatico). Forse dall’arabo ‘gunnar’ che vuol dire carciofo.
  • "zìnz’l’" (cencio; straccio). In greco volgare τσάντσαλον ha lo stesso significato.
  • "zippòn’" (grosso ceppo). Forse dal latino volgare CIPPUM (ceppo; colonnetta).
  • "zo – zo" (si dice ai maiali per incoraggiarli a mangiare). Dal greco ζάω (contratto diventa ζω) che significa ‘mi nutrisco’.
  • "zuk’" (fune), da SUCULA 59 , che presuppone SUCA.
  • "zull’" (pezzo di legno appuntito alle estremità, che i ragazzi lanciano servendosi di una mazza). In greco ζύλον (pezzo di legno, mazza).
  • "zumpà" (saltare). In greco: συμ-πατέω (calpesto insieme).

 

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